Quando la vita diventa una posa: il manierismo secondo Biswanger

Quando la vita diventa una posa: il manierismo secondo Biswanger

Pubblicato il 10/11/2025

Quando la vita diventa una posa: il manierismo secondo Biswanger

C’è un momento in cui smettiamo di vivere e iniziamo a mettere in scena la vita. Non è finzione consapevole, ma un modo sottile in cui l’esistenza si irrigidisce: le parole diventano formule, i gesti diventano stile, e l’autenticità si dissolve in un “come se”. Ludwig Binswanger, psichiatra fenomenologo, chiamava questa condizione “manierismo dell’esistenza”. Non si tratta solo di estetica o atteggiamento, ma di una perdita di contatto con la spontaneità del vivere. 👉 Il soggetto manierato “fa” l’uomo, “fa” l’artista, “fa” il pensatore — ma non è più quell’essere nel mondo. La vita, invece di essere espressione, diventa imitazione di sé stessa.

🌫️ In termini esistenziali: • Il movimento vitale si blocca: ogni gesto rimanda a un’immagine, non a un’esperienza. • La relazione con l’altro diventa scena: l’altro non è più interlocutore, ma pubblico. • Il tempo perde profondità: si vive nell’attimo da mostrare, non nel fluire. È la condizione di chi vive nella forma, ma senza mondo.

📱 E oggi? Il manierismo non è più un concetto clinico, ma una condizione sociale diffusa. Viviamo in un’epoca in cui siamo continuamente spinti a “metterci in scena”: • sui social, dove mostriamo la versione “ispirata” di noi stessi, • nel lavoro, dove l’autenticità si mischia allo storytelling Non è più follia, è normalità spettacolare.

🌱 La via d’uscita? Non “smettere di comunicare”, ma ritrovare il contatto con il mondo vissuto. Non mostrarsi “veri”, ma sentirsi veri. Ritrovare — direbbe Binswanger — il tono originario dell’esistenza, quello in cui gesto e senso coincidono, senza sforzo.

💬 Spunto per il dialogo Ti capita mai di sentire che stai “interpretando” la tua vita, più che viverla? Cosa significa per te essere autentico, oggi?