La Vergogna

La Vergogna

Pubblicato il 14/10/2025

Cosa è la vergogna?

In questo fine settimana ho avuto la possibilità di leggere il bellissimo libro di Annie Ernaux, un libro piccolo piccolo, scritto come fosse un recupero di accadimenti storici, un elenco strutturato, un resoconto storiografico senza spazio per sentimenti e alcun traballamento emotivo.

Eppure nel testo la vergogna viene raccontata come un’esperienza intima e profonda, legata a un episodio preciso dell’infanzia dell’autrice. Questo evento segna uno spartiacque nella sua vita, facendole prendere coscienza della propria posizione sociale e dell’inferiorità percepita rispetto agli altri.

La vergogna è un sentimento che nasce dallo sguardo degli altri, ma che diventa un marchio interiore, difficile da cancellare. È qualcosa che condiziona il modo in cui ci si percepisce e ci si relaziona con il mondo, alimentando un senso di distanza e di inadeguatezza. La sua scrittura, precisa e distaccata, esplora il legame tra memoria, emozioni e condizionamenti sociali, mostrando come la vergogna non sia solo un fatto individuale, ma anche un prodotto della cultura e delle strutture sociali.

In sintesi, per Ernaux la vergogna è un’emozione che definisce l’identità, che separa e isola, e che può diventare una lente attraverso cui si interpreta il proprio passato e la propria esistenza.

Quanto di quello che facciamo oggi ha radici antiche? Quanto di quello che facciamo oggi può legarsi alla possibilità di non sentire emozioni “scomode” come la vergogna?

Quando proviamo vergogna, ci sentiamo esposti, inadeguati, inferiori o sbagliati agli occhi degli altri. Questo ci spinge a sviluppare delle difese per proteggerci da questa sensazione insopportabile.

Quali sono gli aspetti o le situazioni che vogliamo principalmente evitare?

✅Protezione dall’annientamento emotivo
La vergogna può essere così intensa da generare un senso di annullamento del sé. Per evitare di sentirci schiacciati da questa emozione, costruiamo delle barriere psicologiche.

✅Evitare il giudizio e il rifiuto sociale
Poiché la vergogna è spesso legata al timore del giudizio altrui, sviluppiamo strategie per evitare situazioni che potrebbero esporci. Ad esempio, possiamo diventare ipercontrollanti, evitare certe persone o ambienti, o addirittura mascherare parti di noi stessi.

✅Mantenere un senso di valore personale
Se la vergogna mette in discussione il nostro valore, una corazza ci aiuta a preservare un’immagine di noi accettabile. Questo può manifestarsi in modi diversi, come il perfezionismo, l’aggressività difensiva o l’ironia.

✅Regolare l’attivazione emotiva
La vergogna è un’emozione molto attivante a livello neurofisiologico, coinvolgendo il sistema nervoso autonomo (accelerazione del battito cardiaco, rossore, tensione muscolare). Le difese aiutano a mitigare questa attivazione per non sentirsi sopraffatti.

Quali sono le difese più utilizzate contro questa sensazione di vergogna?

Quali sono le difese più comuni contro la vergogna?

✅L’iperadattamento: diventare estremamente conformi alle aspettative altrui per evitare di essere criticati.

✅Il perfezionismo: cercare di essere impeccabili per prevenire qualsiasi motivo di vergogna.

✅L’aggressività o il disprezzo: attaccare gli altri prima di essere attaccati.

✅Il ritiro sociale: evitare il contatto per non rischiare l’umiliazione.

✅L’autoironia o la minimizzazione: usare l’umorismo per sdrammatizzare e non affrontare il dolore.

Cosa fare quando comprendiamo che dentro di noi c’è un nucleo profondo di vergogna? Il primo aspetto è iniziare a riconoscerla, dandole un nome, esplorando le origini di questa emozione. In secondo luogo è fondamentale costruire un dialogo interno compassionevole, in grado da una parte di modificare i fenomeni di evitamento, ma allo stesso tempo di iniziare a lavorare sulle credenze erronee (da “sono sbagliato” a “ho sbagliato”). L’aspetto più profondo passa attraverso l’altro, attraverso il sostare in relazioni riparative e sicure, in grado di fare sentire l’altro profondamente accettato, visto ed ascoltato. La psicologia umanistica in particolare fonda il proprio modo di lavorare sulle tre condizioni e tra queste (oltre all’empatia e alla congruenza), la considerazione positiva incondizionata occupa certamente un posto fondamentale. Il lavoro terapeutico può essere fondamentale per lavorare sui nuclei di vergogna più radicati, quelli che spesso sono così profondi che sono quasi identitari (mi vergogno di avere una certa provenienza geografica, una certa estrazione sociale, un certo tipo di famiglia…)

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